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ARGA FRIULI V.G., LA STAMPA AGRICOLA INCONTRA IL PRESIDENTE CONFAGRICOLTURA PISTONI

I giornalisti con Carlo Morandini presidente ARGA Friuli VG e Pistoni Presidente ConfagricolturaVISITA ALLA FATTORIA DI AZZANO (PN), MODELLO D’INNOVAZIONE E DI ECOSOSTENIBILITA’

Un’agricoltura dall’antica tradizione ma vocata all’innovazione. E’ quella che l’ARGA FVG, l’Associazione regionale della Stampa Agricola, Agroalimentare, dell’Ambiente e Territorio del Friuli Venezia Giulia presieduta da Carlo Morandini, ha potuto scoprire nel corso dell’educational svoltosi ad Azzano X (PN) nella Fattoria di Azzano, dei Principi di Porcia. Che rappresentava la seconda tappa degli incontri con le organizzazioni agricole programmati dal sodalizio, che è un gruppo di specializzazione della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. L’azienda è infatti iscritta alla Confagricoltura. E assieme al titolare, a illustrare le problematiche e le proposte per la ripresa del settore primario, c’era il presidente regionale di Confagricoltura, Piergiovanni Pistoni. Il motto dell’attività rurale articolata sul territorio e moderna è ‘800 vendemmie’. Come ha spiegato il conte Guecello, il nono esponente della famiglia a portare tale nome di battesimo, l’azienda è nata nel 1181. E nel tempo ha inteso rafforzare le produzioni locali. Dei circa 800 ettari di superficie, circa 140 sono destinati alla viticoltura. Situati in zone diverse, da Porcia (PN) ad Azzano X. E in ciascuna delle aree vitate già nel secolo scorso i precedenti conduttori avevano impiantato tutte le varietà autoctone commerciabili nell’epoca. Per avere la certezza di poter contare sulle produzioni anche nel caso di avversità atmosferiche (grandinate e gelate). Ciò consente oggi all’azienda di Guecello, che è presidente della locale Strada del vino, di disporre di una grande varietà di prodotti enologici. Complementari tra essi, perché per esempio un Tocai friulano di Lison Pramaggiore, la ex zona DOC dove si trova l’Azienda, nell’area chiamato Lison, ha sfumature organolettiche diverse rispetto a quello realizzato a Porcia. Si tratta di vini, come sostiene l’azienda, che sono prodotti da un’agricoltura ecosostenibile. E incontrano il gradimento dei consumatori soprattutto grazie alla vendita on line. Negli ultimi cinque anni, Guecello, rientrato da esperienze e studi a Milano, dove risiede la famiglia, e in altre realtà, ha deciso di dare una svolta all’attività che nel frattempo gli è stata affidata. Ha così puntato a trasformare la Fattoria di Azzano in un’attività ecosostenibile, nella quale il rispetto e la valorizzazione dell’ambiente rurale sono il paradigma per ottenere prodotti di qualità. Così, la cantina è raffreddata con lo scorrimento di acqua fresca sotto il pavimento. E’ stato realizzato un importante impianto a biomasse che trasforma il mais in gas combustibile. Le stesse colture sono realizzate nel rispetto dell’ambiente. Le strutture aziendali vengono alimentate con energia dal fotovoltaico. Gli allevamenti seguono i protocolli della sostenibilità. Fattoria di Azzano e Castello di Porcia, come ha spiegato Pistoni, sono l’azienda leader per superficie e produzioni della Destra Tagliamento e forse, per le scelte innovative, dell’intero Friuli Venezia Giulia. Sono le attività di grandi dimensioni, secondo Pistoni, che sono in grado, oggi di tenere sui mercati, purchè si sappiano rinnovare e adeguare alle esigenze dei mercati e dei consumatori. E riescono a offrire occasioni di lavoro. Alla Fattoria di Azzano e a Porcia lavorano infatti 35 persone, specializzate in agricoltura. Per Pistoni, mancano incentivi mirati a favorire la ripresa e lo sviluppo di questo asse portante della ruralità. Inoltre, occorre, anche se al momento non ci sono i presupposti concreti, che l’agricoltura faccia quadrato e che le organizzazioni agricole puntino a obiettivi di interesse generale e comune. E serve riaccendere l’interesse attorno ai prodotti di pregio della nostra realtà. Sulla questione del Tocai, ora Friulano, l’agricoltura regionale ha perso troppo tempo dalla scelta del nuovo nome e il lancio della nuova denominazione di Friulano. E ciò ha ridotto gli effetti della campagna mediatica che era stata sostenuta dagli organi d’informazione rispetto alla vicenda. Che si era tradotta in promozione del prodotto.   

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