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CHI E’ CHI DELL’ALIMENTAZIONE E DEL GUSTO ITALIANO. PRESENTATA LA GUIDA REALIZZATA IN COLLABORAZIONE CON UNAGA

Chi ha raccontato ciò che si celava e cela dietro questi macrofatti, fotografando la fatica dei singoli, la loro pervicacia, le gioie, le sconfitte, i dolori, le affermazioni… Noi giornalisti che ci occupiamo del cosiddetto settore “primario”, noi dell’UNAGA, che da oltre cinquant’anni seguiamo questa evoluzione, partendo dalla terra, laddove tutto comincia ed ogni cosa trova il suo quid.
Un concetto ben espresso dallo slogan di MilanoExpo2015, “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, che evidenzia come stia maturando una sorta di ritorno al futuro che ci chiede di rideclinare prassi ormai consolidate nel nostro quotidiano, in una visione globale e locale.
Al centro il cibo, necessità e spreco, cultura e processo industriale, segno di distinzione e bisogno primordiale, fatica e piacere, abitudine e novità, ricerca e noia quotidiana. Queste accezioni, tutte vere, dimostrano quanto l’atto fanciullesco di portare qualcosa alla bocca, magari stimolato da vuoti di stomaco, è molto di più di un bisogno primordiale. E non mi riferisco solo all’esplosione dei cuochi in tivvù, croce e delizia dei palinsesti di mezzo mondo, altra conferma di quanto si va dicendo. Penso piuttosto al ritorno all’autoproduzione specie orticola, fino a ieri magari legato al tempo libero dei pensionati, o quale integratore di reddito in questi tempi di crisi; ma che analizzato più finemente su base sociale, scopre interessanti iniziative come gli orti sociali, quelli urbani e quelli didattici o anche gli stessi GAS (gruppi di acquisto solidale), fino al “Bosco verticale”, il nuovo grattacielo verde di Milano recente vincitore dell’International Highrise Award o lo “Sky Garden” londinese, un giardino pensile a 150 metri di altezza, che dimostrano (forse) un’inversione di tendenza nella direzione della maggior consapevolezza del ruolo della terra: terra con la t minuscola, non il terzo pianeta in ordine di distanza dal Sole, bensì il suolo o meglio “lo strato detritico superficiale della crosta terrestre capace di ospitare la vita delle piante, costituito da sostanze minerali ed organiche, sede di attività biologiche e di processi fisici e chimici che ne determinano le caratteristiche e
l’evoluzione più o meno continua nel tempo” (vedi http://bit.ly/1FJL39E).
Questo strato superficiale, estremamente sottile se visto dall’esterno del pianeta, è assieme all’acqua la nostra fonte di vita. E’ una risorsa limitata: possono essere necessari fino a 1000 anni per formare un cm di suolo, come bene ci ricorda l’ONU, che ha indicato il 2015 come “l’Anno internazionale dei suoli”(AIS); che segue l’anno dell’Agricoltura Familiare (2014) il quale proprio attraverso questi suoli trova fonte di vita e sostentamento, il vero motore della cura del pianeta.
Quello della custodia della Terra è un grande tema, di fatto contenuto collaterale di Expo2015, nei confronti del quale anche il giornalismo di settore sta dando un grande contributo. Nessun elemento è a sé stante: non c’è benessere umano senza una adeguata alimentazione, che trova nella sicurezza alimentare un tassello ineludibile, il quale non può prescindere da un presidio verso la filiera della trasformazione, non solo quella industriale; ma che è contemporaneamente imprescindibile da un impegno di tutti gli operatori nella fase produttiva, cioè quella in campo, ad esempio immettendo sempre meno prodotti chimici per favorire le rese, magari a discapito della qualità.
La FAO rimarca che il 95% del cibo viene prodotto direttamente o indirettamente dai nostri suoli; e per soddisfare la domanda di cibo, la produzione agricola deve aumentare, entro il 2050, del 60% a livello globale, e del 100% nei paesi in via di sviluppo; infine, una gestione sostenibile del suolo può permettere di produrre fino al 58% di cibo in più.
Stante queste premesso non dobbiamo dimenticare che l’agricoltura italiana è alla base della nostra grande cucina celebrata in tutto il mondo, perché le offre materia prima di eccellenza. Non esiste una grande cucina senza una grande agricoltura. Il genio si sposa con la qualità di base; e l’arte del cuoco rinomato, come si sa, inizia al mercato o in campo, con la scelta dei prodotti da trasformare.
Ecco il ruolo che ha svolto UNAGA (Gruppo di Specializzazione della Federazione Nazionale della Stampa Italiana) in questi anni, allevando una classe di giornalisti competenti, che sapessero scrivere con cognizione di fatti tecnici, senza dimenticare l’impegno primo di un cronista, essere al servizio del lettore, cioè della verità, per il bene e la crescita di tutti.
UNAGA (www.unaganews.org) è interessata alla dimensione nazionale certo, ma è anch’essa “glocal”: locale, perché essendo la Unione delle Associazioni regionali dei giornalisti agro-alimentari e ambiente italiani (le ARGA) è presente in tutte le regioni italiane, con iniziative, eventi, attività formative. Globale, in quanto rappresentante dell’Italia nei massimi organismi mondiale (IFAJ, International Federation of Agricolture Journalists) ed europeo (ENAJ, European Network of Agricolture Journalists). Questo impegno continua, ed anche questa Guida ai nostri soci, aiuterà la conoscenza degli operatori dell’informazione dediti a favorire la crescita di un settore ormai strategico per il nostro paese, si pensi alle ormai riconosciute relazioni tra turismo, bellezze culturali/rurali, ed enogastronomia.

Mimmo Vita
Presidente Nazionale UNAGA

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