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DALLA SARDEGNA UN “NUOVO GELATO” FATTO CON LATTE OVINO A BASSO CONTENUTO CALORICO

di Maurizio Orrù, segretario ARGA Sardegna

Oggigiorno il mercato caseario impone alle imprese operanti in Sardegna un nuovo orientamento degli indirizzi produttivi, che devono necessariamente indirizzati verso alcune produzioni casearie gradite al consumatore finale.

Partendo da questi presupposti,  innovativa e preziosa l’idea di creare un nuovo tipo di gelato a basso contenuto calorico prodotto con latte ovino. Questa “scoperta” nasce nei laboratori tecnologici di Agris, l’Agenzia regionale per la ricerca in agricoltura, con la fattiva e concreta collaborazione della Agenzia regionale Sardegna Ricerche e di alcune aziende casearie dell’isola. I ricercatori Agris della Sardegna impegnati nel progetto cluster “Contaminazioni: formaggi freschi al gusto di Sardegna” hanno indirizzato i loro studi e ricerche sul gelato, ovvero il prodotto apprezzato e scelto dalla stragrande maggioranza della popolazione italiana. Il risultato finale è stato un gelato probiotico che rientra nei canoni delle indicazioni nutrizionali previsti dai Regolamenti UE: è un alimento ricco di acidi grassi omega-3, è fonte di proteine e di fibre, caratteristiche che si mantengono inalterate durante il periodo di conservazione. Questo gelato, secondo i tecnici Agris, ha permesso una formulazione degli ingredienti proteici incrementando il contenuto di sieroproteina. Inoltre come edulcorante è stato utilizzato l’eritritolo, in sostituzione parziale dello zucchero, che ha permesso di diminuire il carico glicemico del prodotto finale, ottenendo un tipo di gelato meno calorico di quelli presenti sul mercato nazionale (circa 140 Kcal per 100 grammi). “I ricercatori di Agris – afferma Gabriella Murgia, Assessore regionale dell’Agricoltura- stanno ponendo grande attenzione allo studio di prodotti innovativi che contribuiscono al mantenimento della salute, i prodotti funzionali, che sono in genere rappresentati da yogurt e latti fermentati , ma sono realizzati prevalentemente con latte vaccino. Quelli realizzati a partire dal latte ovino risultano invece poco o per niente diffusi, almeno sul mercato nazionale. Sarebbe strategico per le aziende sarde poter disporre di prodotti funzionali realizzati con latte di capra o pecora, che possono conquistare una fetta di mercato e soddisfare anche quella fascia di consumatori intolleranti ad alcune sostanze contenute nel latte vaccino”.

Questa “invenzione” commerciale potrà essere lo strumento idoneo ed utile nel complesso mercato sardo e nazionale? Attendiamo con ansia e trepidazione i gusti dei consumatori.

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