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GLI AGRICOLTORI DELLA SARDEGNA ATTENDONO CON ANSIA UN PIANO DI PREVENZIONE CONTRO LE LOCUSTE

di Maurizio Orrù, segretario ARGA Sardegna

Gli agricoltori della Sardegna temono, ancora una volta, le locuste che potrebbero radere al suolo, per il quarto anno consecutivo, i campi di buona parte dei territori compresi nel sud dell’Oristanese e nella provincia di Nuoro.

Secondo dati attendibili, lo scorso anno, le cavallette hanno distrutto circa 30 mila ettari. La Giunta regionale sarda, al riguardo la settimana scorsa ha stanziato 800 mila euro (500 mila per l’anno 2021, 200 mila per il 2022, 10 mila per il 2023), per predisporre una concreta e fattiva pianificazione del “fenomeno cavallette”. Una quota assai rilevante (300 mila euro) è destinata alla prevenzione e monitoraggio del fenomeno. Mentre 2 milioni di euro sono destinati al ristoro delle aziende agricole per i danni subiti. “La Regione si è già adoperata- afferma l’Assessore alla Agricoltura Gabriella Murgia– per venire incontro alle richieste arrivate sdai territori. Stiamo procedendo con il progetto di prevenzione e contemporaneamente provvederemo ai ristori agli agricoltori danneggiati”. Il fenomeno cavallette non è solo una specificità strettamente agricola, ma interessa anche l’aspetto ambientale. “Perciò vogliamo dare vita – dichiara l’Assessore regionale della Difesa dell’Ambiente Gianni Lampis– ad una  azione efficace di contrasto, comune e coordinata, che preveda anche altri interventi di prevenzione. Oltre al tavolo tecnico regionale (composto da Corpo Forestale, Agris e Laore, Assessorato all’Agricoltura, Università di Sassari e Province), la Regione si doterà di un Piano di durata pluriennale, che contempli pratiche agricole mirate, attività di studio e monitoraggio funzionale alla conoscenza del fenomeno e alla predisposizione di una banca dati”. Finalmente dopo una serie di pressioni sindacali e politiche qualcosa si muove nel comparto agricolo della Sardegna. Gli esponenti della Giunta regionale sarda hanno così concluso il loro comunicato stampa: “La prima lacuna da colmare è la mancanza di studi recenti, perciò sarà realizzato un monitoraggio per l’individuazione delle aree infestate e la valutazione degli antagonisti naturali delle cavallette, un campionamento su aree pilota, un’attività di lotta con mezzi agronomici, fisici, chimici e biologici nonché il trasferimento delle conoscenze acquisite al personale tecnico degli enti regionali e la divulgazione ad amministrazioni locali, scuole, cittadini e operatori del settore agricolo”.  A dir il vero, una strategia di prevenzione nell’isola non c’è mai stata o non è stata efficace. Il “fenomeno cavallette” è il frutto dei repentini sbalzi climatici che creano le condizioni ottimali per lo sviluppo e la riproduzione.

Una giusta e mirata organizzazione agricola per contrastare questo fenomeno è possibile attraverso i predatori naturali, ovvero gli uccelli che potrebbero creare le condizioni e creare un argine alle fameliche cavallette. Storicamente fino agli anni ’40 l’invasione delle cavallette in Sardegna e nel Mediterraneo era una costante che ben conosciuta dagli agricoltori sardi. Speriamo in tempi migliori.

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