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Calabria. Gli incendi ad orologeria che compromettono il territorio

I comuni calabresi che si sono adeguati in qualche modo alla normativa sono il 40%.
Il caso di località Colazocca (Squillace) in due anni quattro incendi consecutivi.
L’agricoltura che vince prende forza da un paesaggio curato e integro.

“Per adesso il 2010 non  verrà ricordato come un “annus horribilis” nella storia degli incendi in Calabria, – afferma il presidente della Coldiretti Calabria Pietro MOLINARO – ma la stagione ancora è agli inizi  ed è probabile che il prossimo futuro possa smentirci e lo sciagurato fenomeno potrà  interessare il territorio regionale con molta maggiore intensità. Occorre quindi – prosegue Molinaro – incentivare l’azione di vigilanza, essere pronti alle emergenze consolidando tutti i percorsi di vigilanza attiva svolti sia dal Corpo Forestale dello Stato, dai Vigili del Fuoco ma anche dagli operai forestali, con il coinvolgimento attraverso convenzioni e protocolli di intesa sia con gli imprenditori agricoli che con le associazioni di protezione civile.
L’agricoltura vincente che noi vogliamo ha necessità di un paesaggio curato, integro non sottoposto a violenze ambientali”.
Insomma per Molinaro l’agricoltura prende forza da una forte coscienza e cultura del territorio. Con la legge 21 novembre 2000, n. 353, Legge quadro in materia di incendi boschivi, l’Italia si è dotata di uno strumento importante nella lotta agli incendi, le cui principali disposizioni riguardano  il rafforzamento del ruolo delle regioni e degli enti locali:
–        per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi;
–        nell’ambito dell’attività di prevenzione, possono concedere contributi a privati proprietari di aree boscate, per operazioni di pulizia e di manutenzione selvicolturale, prioritariamente finalizzate alla prevenzione degli incendi boschivi;
–        le regioni curano, inoltre, le attività formative e informative nonché gli interventi di lotta attiva contro gli incendi boschivi (ricognizione,  sorveglianza, avvistamento, allarme e spegnimento con mezzi da terra e aerei). 
Tra le funzioni attribuite agli enti locali dalla Legge e da ordinanze di Protezione Civile rilevano quelle dei comuni, che devono provvedere a censire, tramite apposito catasto, i soprassuoli già percorsi dal fuoco nell’ultimo quinquennio, avvalendosi anche dei rilievi effettuati dal Corpo Forestale dello Stato.
Il catasto dovrà essere aggiornato annualmente. Particolare attenzione nel corpo della legge è dedicato anche alla eliminazione delle cause che originano i cosiddetti incendi per “interessi”, attraverso l’introduzione di particolari vincoli sulle aree percorse dal fuoco.
In Calabria da dati del Corpo Forestale dello Stato soltanto il 40% dei Comuni ha applicato seppur sommariamente il catasto. Questo evidentemente facilità iter amministrativi ed è il caso emblematico di località Colazocca nel Comune di Squillace dove in due anni si sono verificati quattro incendi consecutivi che hanno distrutto la natura boscata ed il soprassuolo.
“Siamo allarmati da alcune tipologie di incendi che ci sembrano ad orologeria – conclude Molinaro – e che probabilmente servono a rafforzare interessi economici e deturpazione del paesaggio. Chiediamo alle prefetture di intervenire sollecitando i Comuni all’applicazione del Catasto Incendi che rappresenta una risposta efficace ad una diffusa indifferenza e passività.

(Nota di Claudio Venditti, ufficio stampa Coldiretti Calabria)

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