REGGIO CALABRIA – Il giornalismo calabrese perde uno dei suoi figli migliori: Enzo Lacaria. Si è spento nella notte tra il 30 giugno e il primo luglio, nella sua casa di Reggio Calabria, dopo una lunga malattia.
Nato a Reggio Calabria il 27 agosto 1930, iscritto all’Ordine ed al Sindacato Giornalisti della Calabria, Vincenzo Lacaria  era giornalista professionista dal 17 marzo 1965. Funzionario del Pci, nei primi anni Sessanta aveva cominciato a scrivere per l’Unità, il quotidiano fondato da Antonio Gramsci all’epoca organo del partito comunista.
Un lavoro intenso e appassionato, nonostante la misera retribuzione che, a quei tempi, veniva imposta in nome della “solidarietà” attraverso la cessione di parte della retribuzione al partito. Una collaborazione andata avanti ininterrottamente sino alla metà degli anni Ottanta, quando Enzo, nel 1985, è stato, grazie a Giuseppe Soluri, tra i protagonisti della rinascita del quotidiano regionale “Il Giornale di Calabria”, divenendone uno dei notisti politici di punta.

Enzo Lacaria alla sua scrivania della redazione reggina de Il Giornale di Calabria (Foto archivio Giornalisti Italia)Nonostante la sua fiera e dichiarata collocazione politica, Enzo Lacaria si è sempre fatto stimare e apprezzare da tutti, soprattutto da quanti avevano idee radicalmente oppose alle sue. Una scrittura severa e dettagliata, la sua, ma soprattutto equilibrata, che nei servizi di cronaca non ha mai sconfinato nella partigianeria, tant’è che spesso alcuni svogliati colleghi che, contrariamente a lui, non amavano seguire le interminabili sedute dei Consigli comunale, provinciale e regionale, si facevano scrivere dei pezzi che venivano regolarmente pubblicati, senza cambiare una sola virgola, da testate politicamente agli antipodi.Questa sua capacità di analizzare lucidamente gli eventi, senza farsi condizionare da ideologie e pregiudizi, non significa certo che fosse un cronista asettico. Anzi.

Grazie ai suoi servizi giornalistici, tanti amministratori calabresi sono stati spesso costretti a rivedere le proprie scelte o, quantomeno, a riflettere seriamente sugli effetti negativi che avrebbero provocato sui cittadini, soprattutto i più deboli e indifesi, che nella redazione che si pregiava di annoverare Enzo hanno sempre trovato un solido punto di riferimento.
Puntuale come un orologio svizzero, impeccabile nello stile, nel linguaggio e nell’abbigliamento, Enzo Lacaria era un vero signore, una persona perbene che mancherà a quanti, a partire dal sottoscritto – che ha avuto il privilegio di averlo tra i propri giornalisti nella redazione reggina del Giornale di Calabria –, non smetteranno mai di ricordare il suo viscerale amore per il giornalismo e per gli ideali che stanno alla base della nostra professione, a cominciare dall’onestà al servizio dei più deboli.

Enzo Lacaria con la moglie Gianna (Foto Giornalistitalia.it)

Enzo Lacaria con la moglie Gianna (Foto archivio Giornalisti Italia)

I funerali sono stati celebrati, sabato 2 luglio, nella Chiesa di San Salvatore, a Reggio Calabria. Alla moglie Gianna, ai figli Manuela (apprezzata collega impegnata nell’Arga Calabria, della quale è segretaria) e Dario ed al nipotino Marco, che hanno sempre potuto contare sul grande senso della famiglia di Enzo, un commosso abbraccio ed un pubblico ringraziamento per il lavoro, la miriade di aneddoti e ricostruzioni storiche che ci ha regalato, sempre accompagnati da una battuta scherzosa, ed il grande senso del dovere e dell’onestà che, per circa quindici anni di lavoro comune in redazione, ci ha sempre insegnato. Con i toni bassi delle persone perbene, che sapevano diventare altissimi davanti alle ingiustizie e al malaffare.
Ci mancherai, caro Enzo, ma il tuo ricordo troverà sempre un posto “in prima pagina” nei pensieri più belli della nostra vita. (giornalistitalia.it)

Carlo Parisi