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San Michele all’Adige (Tn): sperimentazione in sicurezza per trote, branzini e mangimi sostenibili

(di Silvia Ceschini – Responsabile ufficio comunicazione Fondazione Mach e giornalista ARGAV)

Lo staff tecnico della Fondazione Edmund Mach

Presso gli impianti ittici sperimentali della Fondazione Edmund Mach (San Michele all’Adige in Trentino) e del Dipartimento di Scienze Agroalimentari Ambientali e Animali dell’Università di Udine le attività per saggiare l’efficacia di mangimi innovativi nell’allevamento della trota iridea e del branzino non si sono mai fermate. Gli esperimenti, iniziati a novembre 2019, avevano lo scopo di valutare l’efficacia di mangimi dove ingredienti proteici convenzionali di origine marina e agricola erano sostituiti da farine di microalghe, di gambero rosso della Louisiana, di insetti e sottoprodotti avicoli, singolarmente o in associazione, con particolare interesse alla risposta integrata degli animali, data dalla loro velocità di crescita, dallo stato di benessere, dalla funzionalità del sistema immunitario e dell’apparato digerente includendo anche il microbiota intestinale.
Per poter rispettare le norme di contenimento del contagio COVID-19, i rilievi ed i campionamenti finali

Pescicoltura Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige (Tn)

dei due esperimenti sono stati realizzati ottimizzando il numero di membri dello staff coinvolti, che hanno operato nel più stretto rispetto delle norme di distanziamento ed utilizzando i prescritti dispositivi di protezione individuale anticontagio.

Il progetto Sushin: per una nuova generazione di mangimi

Il progetto “SUstainable fiSH feed INnovative ingredients” si propone di mettere a punto una nuova generazione di mangimi per i pesci da allevamento più diffusi in Italia, sostituendo alcuni dei comuni ingredienti utilizzati in acquacoltura con altri derivati da fonti sottoutilizzate, emergenti o semplicemente più sostenibili.
Il progetto è finanziato da un consorzio di fondazioni di origine bancaria attraverso il bando Ager-2, a sostegno della ricerca scientifica nel settore acquacoltura dell’agroalimentare italiano.

È coordinato dall’Università degli Studi di Udine e coinvolge l’Istituto Zooprofilattico dell’Abruzzo e del Molise, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), la Fondazione Edmund Mach, l’Università degli Studi di Firenze, il Centro di Ricerca per la Zootecnia e L’Acquacoltura del CREA – Monterotondo e l’Università Politecnica delle Marche.

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